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La manipolazione: una maschera della violenza

2025-09-08 18:10

Dafne Pandolfo

Non chiamatelo amore,

La manipolazione: una maschera della violenza

C'è un tipo di violenza che non si vede sempre. Subdola e precisa agisce nell'ombra e lentamente distrugge, distorce la realtà, mente, consuma, isola.

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Che cosa si intende per manipolazione?

 

Nell’ambito psicologico la manipolazione costituisce un costrutto complesso, un fenomeno subdolo, che agisce nell’ombra e gradualmente, con una sua intensità crescente e strutturata. Questa complessità rende difficile provare a fornirne un’unica definizione, in modo paradossale rispetto alla facilità con cui è possibile ritrovarsi vittime della stessa.

 

La manipolazione psicologica, infatti, si può presentare in diverse forme e in diversi contesti, da quello familiare a quello lavorativo, nell’ambito delle relazioni tra pari e più frequentemente nelle relazioni sentimentali. Si caratterizza per un’attuazione reiterata e protratta nel tempo di comportamenti o atteggiamenti volti a distorcere o modificare la realtà dei fatti, al fine di trarne un vantaggio personale. Lo scopo è chiaro, le azioni puntuali e tutte finalizzate ad esercitare un controllo significativo sulla vittima o le vittime verso cui sono rivolte. 

La dinamica alla base dei comportamenti manipolatori ruota attorno al potere e al bisogno patologico di influenzare e controllare il comportamento, le intenzioni e persino le idee di un altro individuo, inconsapevole e costretto a pagarne il prezzo. Pertanto, seppur priva di manifestazioni fisiche evidenti, la manipolazione costituisce una forma vera e propria di violenza psicologica ed in quanto tale, determina significative conseguenze psicofisiche, compromette la salute, il benessere e lo sviluppo individuale, concorrendo anche, nei casi più gravi, all’insorgenza di stati d’ansia, alterazioni dell’immagine di Sé, sintomi depressivi e da stress post-traumatico.


 

Chi è il manipolatore?

 

I manipolatori sono soggetti molto astuti, centrati sui propri bisogni personali, solitamente possiedono personalità carismatiche e affascinanti, sono abili comunicatori e inizialmente si presentano come figure comprensive e premurose, addirittura salvifiche e molto attente ai bisogni dell’altro. Le vittime vengono, infatti, in un primo momento, sedotte dalle attenzioni loro rivolte, dalle eccessive lusinghe o dai gesti plateali, il cosiddetto love bombing, teso in realtà a guadagnare la fiducia, persino la stima talvolta, delle vittime ancora ignare, che tenderanno, così, ad abbassare le difese ed essere maggiormente vulnerabili. 

 

Ogni mossa successiva sarà frutto di un calcolo attento e soprattutto mirata ad un preciso obiettivo, che sia un guadagno pratico e materiale o un ritorno personale, in termini di autostima o di status sociale, in modo tale da nutrire il proprio ego a spese dell’altro. Infatti, i tratti di personalità maggiormente associati ai casi di manipolazione psicologica patologica, sono correlati ai disturbi di personalità narcisistico o, nei casi più estremi, antisociale, in particolare in relazione alla mancanza di empatia e di rimorso, alla svalutazione dell’altro e alla tendenza a sfruttarlo per soddisfare i propri bisogni, alla credenza di essere superiori o meritare trattamenti speciali, anche aggirando regole e norme sociali. 


 

Come si manifesta la manipolazione psicologica?

 

Il condizionamento emerge lentamente, dopo aver agganciato emotivamente la vittima, le lusinghe si trasformano presto in comportamenti controllanti e minacce mascherate da eccessive preoccupazioni (“se ti comporti così, potresti farti male”), mentre tutte le altre forme di relazione vengono invalidate (“solo io voglio il tuo bene”), la vittima, così, perde ogni altro tipo di riferimento, non possiede più termini di paragone e viene isolata da tutto il resto.

 

Nei casi in cui la vittima sembra allontanarsi, il controllo viene presto ripristinato attraverso piccoli premi e ricompense, prima fra tutte, se si tratta di relazioni sentimentali, spesso, è la sessualità, vissuta dalla vittima come un momento speciale, di grande passione, ma usata solo, in realtà, per aumentare la percezione di possesso. Infine, ai “premi” seguono sempre le punizioni: il silenzio punitivo, a questo punto del condizionamento, rappresenta una delle più estreme e consiste nel totale disconoscimento dell’altro. Il persecutore, infatti, non vedendo esaudite le proprie pretese, si distacca dalla vittima, rifiutando ogni tipo di contatto, lasciandola sola con il senso di colpa di aver causato una rottura incomprensibile ma soprattutto non sostenibile per la vittima stessa. 

 

A questo punto, infatti, la vittima ha perso ogni altro punto di riferimento, non ha più nessuno, non ha più nemmeno sé stessa e tenderà a ricercare l’unica forma di conforto che conosce: il proprio carnefice, alimentando così un ciclo disfunzionale, una vera e propria dipendenza affettiva, in cui la percezione del proprio valore viene sistematicamente compromessa.

 

Dunque, tra i comportamenti manipolatori più comuni si susseguono:

  • comunicazioni passivo-aggressive
  • condizionamenti psicologici attraverso distorsioni della realtà, induzione del senso di colpa, intimidazioni e ricatti emotivi
  • svalutazione progressiva ed isolamento della vittima
  • silenzio punitivo

Le conseguenze della manipolazione 

 

Il risultato di questo gaslighting, neologismo coniato a partire dal film "Gaslight" (1944) e utilizzato in psicologia per descrivere le forme più estreme di manipolazione maligna, comporta una distorsione percettiva della realtà agli occhi della vittima, una confusione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la perdita della sua stessa capacità valutativa. L’imposizione di questa sudditanza psicologica comporta una vera e propria demolizione dell’autonomia e dell’autostima nelle vittime, le quali tenderanno continuamente a colpevolizzarsi, fino a percepire disintegrata la propria identità.

 

Nella maggior parte dei casi, infatti, le vittime di questi agiti presentano un’autostima molto fragile ed un estremo bisogno di affetto, spesso frutti di un attaccamento insicuro, di origine traumatica, da cui deriva la convinzione di non essere abbastanza, per essere amati, per non essere abbandonati. Questa condizione, a volte associata ad un disturbo di personalità dipendente o borderline, non consente loro di riconoscere i meccanismi manipolatori sottostanti e determina dinamiche relazionali caratterizzate da un’accettazione incondizionata dell’altro, dall’anteposizione dei suoi bisogni ai propri, considerati invece secondari e di poca importanza, da un graduale e poi completo assoggettamento all’altro, pur di evitarne ad ogni costo la perdita, mentre la vittima sta pagando già il costo più alto: se stessa.


 

Conclusione

 

La manipolazione psicologica, spesso sottovalutata, non definisce soltanto una dinamica relazionale patologica, ma rappresenta a tutti gli effetti un atto violento, che seppur privo di segni visibili, può lasciare ferite profonde. Pertanto, il primo passo per interrompere il ciclo della violenza psicologica consiste nel riuscire innanzitutto a riconoscere la manipolazione e a comprendere le dinamiche tossiche alla base. Ad esempio, attraverso la psicoeducazione ed un adeguato supporto psicologico, è possibile aiutare le vittime a potenziare la consapevolezza, ripristinare la capacità critica precedentemente invalidata e rafforzare l’autostima, ricostruendo legami sani nell’ambito di una rete sociale supportiva.

 

La violenza assume forme diverse, permea contesti differenti e viene mascherata in molti modi, la manipolazione è uno di questi. Appare, dunque, doveroso, attribuire a questo tipo di violenza, di coercizione emotiva e di prevaricazione dell’altro, il giusto peso clinico e sociale, affinché le vittime imparino a riconoscerla, a prevenirla e ad esserne tutelate, ma soprattutto affinché tornino ad essere libere.

 

 

Dott.ssa Dafne Pandolfo


 

Bibliografia

 

R. De Luca, (2022) “Gaslighting, una forma di manipolazione psicologica subdola e insidiosa”, State of Mind. 

 

E. Stopani, “Manipolazione psicologica e gaslighting”. Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO), Firenze. 

 

S. Pagani, “Manipolazione psicologica: come funziona e tecniche (gaslighting)”. Centro Clinico SPP, Milano. 

 

Santagostino Psiche, “Manipolazione mentale”. 


 

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